UDINE
No, non sto per scrivere sul caso Eluana Englaro ma su un caso simile, una vicenda di condanna a morte di un cedro, cioè di un organismo vivente nel suo pieno stato vegetativo. Una vita che come tale andrebbe rispettata e non soppressa.
No, non sto per scrivere sul caso Eluana Englaro ma su un caso simile, una vicenda di condanna a morte di un cedro, cioè di un organismo vivente nel suo pieno stato vegetativo. Una vita che come tale andrebbe rispettata e non soppressa.
La vita secolare di un Cedrus deodara di 16 metri di altezza e un metro di diametro si è spenta la mattina del 23 luglio scorso in via Venzone 47 a Udine così come sentenziato dal giudice Anna Fasan del Tribunale di Udine. La sua colpa, l'aver sollevato con le sue radici l’acciottolato in porfido di un vialetto d’accesso alla casa confinante col signor Lucio Costantini, proprietario dell'albero.
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