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UCRAINA: LA BONIFICA PER ACCOGLIERE GLI EUROPEI DI CALCIO CONTINUA. VIA I CANI RANDAGI (30.000 MASSACRATI), VIA I BAMBINI VAGABONDI DALLE STRADE CITTADINE DELLO STRUSCIO. IL MONDO NON DEVE VEDERE !!!



da La Repubblica - sezione: Sport
di Andrea Sorrentino
08 giugno 2012

KIEV Col manganello che penzola e sbatte sul fianco, i due gendarmi salgono a tre a tre i gradini che dai sotterranei di Maidan conducono alla luce, alla grande piazza dell' Indipendenza, l' anima di Kiev. In cima alla scalinata si fermano, guardano in tutte le direzioni, parlottano. SEGUE IN VII DI SPORT (segue dalla prima di sport) Poi spariscono tra la folla. Altri ne abbiamo visti, in questi giorni di vigilia, affannarsi per le vie del centro, guardinghi, sospettosi, furtivi e all' inseguimento. Si immergono nel mondo sommerso e buio delle enormi isole pedonali che stanno sotto la piazza più famosa di Kiev e vanno a caccia. Di bambini. Bambini che bisogna allontanare dalle vie dello struscio, dei negozi griffati, per spingerli in periferia. I bambini vagabondi di Kiev, che sono migliaia ma che nessuno, per almeno un mese, deve vedere. Hanno sei, otto, nove, dodici anni. Facce annerite dalla vita, raggrinzite dalle privazioni e dalle notti all' addiaccio, anime perse nel ventre della città., Vivono di elemosine, furtarelli e razzie nei bidoni della spazzatura, folletti solitari che si animano quando fa buio, ed è in quel momento che inizi a vederli in giro: «Prima regola: dormire di giorno e vivere di notte», perché di sera aumentano le possibilità di raccogliere mance o elemosine, fuori dai locali alla moda, fuori dai ristoranti che costano un sacco. Se va male, ci sono sempre i bidoni della spazzatura all' esterno dei fast food, e di quelli con la M stilizzata a Kiev ce ne sono a decine. Se va malissimo, qualcuno vende il proprio corpo, e un' altra notte è passata. I bambini vagabondi di Kiev, in una città da tre milioni di abitanti, sono migliaia, anche se nessuno è mai riuscito a censirli perché è impossibile: molti non esistono perché non sono mai stati registrati all' anagrafe. Dicono che sarebbero almeno diecimila in questo periodo, ma anni fa erano il triplo, il quadruplo. Ora sono di meno solo perché in parecchi vivono, anzi sopravvivono da homeless in altre città ucraine e non vengono più a Kiev, un tempo l' unica grande metropoli del paese. È la Londra di Dickens centocinquant' anni dopo, e a due ore e mezza d' aereo dall' Italia. I bambini di Kiev vengono da famiglie disgraziate, con genitori poverissimi o alcolizzati, o entrambe le cose. Un giorno se ne sono andati di casa, semplicemente perché i loro genitori non li volevano, o li picchiavano, o peggio. Alcuni sono andati negli orfanotrofi e sono scappati anche da lì, hanno preferito la libertà alla prigione. Dormono dove capita, e neppure troppo distanti dalle vie del centro, spesso a poche centinaia di metri dal grande stadio Oliympiysky: vicino ai canali, sotto i ponti, nei vagoni dei treni abbandonati, nei pressi degli enormi tubi di riscaldamento sotterranei, perché qui d' inverno si scende anche a -25. Ci sono organizzazioni non governative che si occupano del problema, da anni provano a svuotare il mare di disperazione accogliendo i bambini, provando a inserirli nella società o a ricongiungerli con le proprie famiglie. Tra le altre, c' è "Father' s Care", con due donne americane che vivono qui da vent' anni, Jane Hyatt e Barbara Klaiber. La loro struttura è nella periferia ben curata di Kiev, a nord, tra boschi di betulle, ospita alcune decine di bambini per volta, non c' è alcun aiuto dal governo ma autofinanziamento con donazioni dagli Usa e dalla Svizzera: «Abbiamo restituito alle famiglie circa 150 bambini negli ultimi anni. Sappiamo che è poco rispetto all' enormità del problema, ma è qualcosa. Rispetto alla fine degli anni Novanta ci sono meno bambini per strada, perché il governo ha iniziato a muoversi, ma rimangono tantissimi lo stesso». Adesso, comunque, nessuno li vedrà. Perché le città ucraine devono apparire belle, vivibili, senza problemi o fastidi. Arriva l' Europeo e l' immagine è tutto, anche se la vicenda della prigionia dell' ex premier Tymoshenko l' ha sporcata assai (ieri anche il governo inglese ha annunciato che non sarà presente alle partite in Ucraina). La bonifica, com' è noto, è iniziata da mesi: via i cani randagi dalle periferie delle città, fatti scomparire in un modo brutale che ha sollevato le proteste degli animalisti di tutta Europa; via addirittura, è storia di oggi, i baracchini coi venditori di caffè lungo le vie, stanno lì da sempre ma non danno un' immagine glamour della città. Ora via anche i bambini vagabondi: tra poco si gioca, e il mondo non deve sapere che oltre il pallone c' è altro, c' è tutto questo dolore.