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La volpe di Camporosso che ama i bambini

Febbraio 2017
Alla ricerca di “Fuchs”, la volpe che ama i bambini
Si era abituata a mangiare i biscotti in un giardino a Camporosso. Da mesi non si vede più e i suoi piccoli amici la stanno ancora aspettando



TARVISIO. Il bambino e la volpe. Era una scena che si è ripetuta quasi giornalmente per più di un anno, nel cortile di una casa di Camporosso, in via Bartolo, ai margini della foresta che circonda i paesi della Valcanale. Ma sono mesi che Fuchs, così è stata ribattezzata la volpe, non si vede più.
Il più piccolo della famiglia Gressani e il fratello di dieci anni aspettano invano il ritorno di Fuchs quell’animale curioso che si lasciava avvicinare solamente da loro per gustare i biscotti che gli venivano offerti. Oramai, però, come ci racconta il nonno, Edoardo Kranner, noto albergatore in pensione, i due nipoti hanno perso ogni speranza.
La volpe non si fa più vedere e il sospetto è che sia stata investita da un mezzo sulla strada, o, più probabilmente, che possa averla notata qualche bracconiere senza scrupoli attratto da una facile preda, vista l'abitudine di avvicinarsi alle case dell’animale. Alla volpe avevano dato il nome Fuchs (il termine tedesco di volpe), lo stesso nome del cane pastore del vicino, raccontano i familiari.
Così la chiamavano e la volpe pareva ci hanno raccontato, rispondesse ai richiami avvicinandosi loro per ricevere un po’ di cibo, biscotti o qualche pezzetto di carne dello stufato. Il pane no, non lo mangiava. Era incuriosita anche dalla palla che i bambini gli lanciavano per giocare.
E quei momenti do incontro, gradualmente, erano divenuti quasi giornalieri, racconta mamma Claudia, tanto che la visita della volpe era attesa anche se non avveniva a un orario fisso, ogni momento era buono per lei, al mattino, pomeriggio o verso sera. Indubbiamente gli scorsi mesi estivi erano stati particolarmente interessanti per i figlioli che, di fatto, avevano adottato la volpe.
Da mesi però Fuchs non si vede più e il più piccolo dei fratelli, Matteo di soli due anni, ogni tanto esce e chiama più volte Fuchs, ma non ottiene risposta, la volpe non si fa viva più. Perciò non resta che conservare memoria di quegli incontri, che rimarranno indelebili. Il bambini, appunto, avevano avuto la meglio sulla diffidenza della volpe che girava nel cortile in cerca del cibo che, scoperta la sua presenza, veniva lasciato. Fuggiva solo all’abbaiare dei cani o se un adulto provava ad avvicinarsi troppo.
Permetteva di avvicinarsi solo a loro, ai bambini, specialmente al più piccolo, una figura che evidentemente, d’istinto, non le incuteva alcun timore. Indubbiamente, questa, una piccola storia, è una delle tante fra gli incontri fra gli animali che popolano la foresta e i valligiani.
Sono oramai incontri abbastanza frequenti, basti ricordare l’immagine della passeggiata notturna in centro a Tarvisio, dell’orso colto dalla telesorveglianza dei carabinieri l’anno scorso, o delle visite

dei caprioli e cervi nei paesi, durante l’inverno, in cerca di cibo, alle volte con il rischio di investimenti stradali. Comunque, sono incontri con animali selvatici, che implicano necessariamente la giusta attenzione, per la propria e la loro incolumità.

26 febbraio 2017


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Il sonno breve dell'orso carnico, Francesco

Febbraio 2017
Inverno troppo caldo: l'orso Francesco si è risvegliato - Foto e Video
Il plantigrado ha dormito solo 48 giorni sui monti tra Preone e Socchieve. Il ricercatore: non sappiamo se il letargo breve cambierà i suoi comportamenti



Febbraio 2017
PREONE. Il caldo dei giorni scorsi ha svegliato Francesco, l’orso che dalla scorsa estate si è stabilizzato nelle montagne tra Preone, Socchieve e Verzegnis. Il suo è stato un sonno breve perché, complice l’inverno anomalo, Francesco è andato in letargo tardi (il 31 dicembre) e si è svegliato quasi un mese prima del previsto. In una tana sui monti tra Preone e Socchieve, ha dormito solo 48 giorni.



Il team del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’università di Udine, guidato dal ricercatore Stefano Filacorda, in queste ore sta seguendo con attenzione gli spostamenti del plantigrado che ha ripreso a muoversi nei boschi tra Preone e Socchieve. L’animale è dotato di collare satellitare e questo consente agli studiosi di sapere dove si trova.
In questo momento, i ricercatori dell’ateneo friulano non sono in grado di dire se e quali conseguenze provocherà il letargo breve nei comportamenti di Francesco. Trattandosi di un fatto eccezionale perché come spiega Filacorda «l’orso va in letargo a fine novembre agli inizi di marzo», gli universitari stanno osservando ogni passo dell’orso biondo della Carnia.
«Se cambierà o meno i suoi comportamenti dipende da quanto ha mangiato prima di entrare in letargo - continua Filacorda -, anche se l’assenza di neve lascia supporre che a dicembre abbia trovato da mangiare». Il problema si pone ora che, pur non essendoci la neve, la natura non si è ancora risvegliata.
Da qui la curiosità dei ricercatori: vogliono scoprire se, dopo il letargo, l’orso che in Carnia ha trovato l’habitat ideale, cambierà atteggiamento. «Cercherà da mangiare dove ricorda di aver mangiato prima di entrare in letargo», ipotizza Filacorda nel confermare che l’animale, nei 48 giorni di sonno, ha perso peso.


L’orso Francesco è al confine del parco naturale delle Dolomiti friulane, tra Forni di Sotto e Forni di Sopra. Qui è stato rilevato stamattina, lunedì 13 giugno, dal gruppo dell’università di Udine coordinato dal ricecatore Stefano Filacorda, che con l’aiuto delle guardie provinciali, dei volontari del “Villaggio degli orsi”, delle guardie forestali e della locale riserva di caccia, l’ha catturato una decina di giorni fa nell’area del monte Lovinzola, a Verzegnis. Dotato di collare, l’orso da quando è stato liberato è tornato sui suoi passi, nei luoghi che aveva già visitato: Verzegnis, Preone, Socchieve e ora si è spostato a Forni di Sotto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco è un orso anomalo per diversi aspetti. Oltre ad avere il pelo chiarissimo, ad essere arrivato dal Trentino e dal Vento con un piglio molto più tranquillo, si è trovato di fronte a un inverno eccezionale durante il quale la colonnina di mercurio è andata sotto lo zero proprio a ridosso di San Silvestro.
Ed è stato allora che l’animale è entrato in letargo per svegliarsi quando la stessa colonnina di mercurio ha raggiunto picchi eccezionali anche in montagna.
«L’orso - insiste il ricercatore - non sente il grande caldo, si sveglia perché la neve si scioglie e dentro la tana aumenta l’umidità. È il bagnato dentro la grotta a svegliare il plantigrado. Un fenomeno coinciso con i 17 gradi registrati mercoledì scorso».

17 febbraio 2017

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E' sparito Artù, un asinello di soli sei mesi


Febbraio 2017
Asino sparito, partita la caccia per ritrovarlo e il web si mobilita
Faedis, l’appello della proprietaria: aiutatemi a trovare Artù


FAEDIS. Il web si è mobilitato, in questi giorni, condividendo l’appello postato su Facebook da parte della proprietaria, per ritrovare Artù, un asinello di soli sei mesi che è sparito ormai da una decina di giorni da un’azienda agricola che ha sede nella piccola frazione di Valle di Soffumbergo.
Artù è il primo asinello ad essere nato in questa azienda, era solito pascolare in un’area vasta, boschiva, cui ormai si era ben abituato, assieme ai genitori. Anche per questo, sulle cause della sparizione dell'asinello non è possibile escludere nulla: l'animale potrebbe essere infatti incorso in un incidente, non si può nemmeno scartare del tutto l'ipotesi che qualcuno lo abbia portato via.
Nella speranza, però, che l'asinello stia bene e si sia semplicemente perso, la proprietaria ha postato un appello in cui invita chiunque abbia notizie a contattarla. In pochi giorni questo post ha ormai abbondantemente superato le mille condivisioni su Facebook, mettendo in luce lo spirito di generosità e solidarietà che anima tanti utenti dei social network.
Sicuramente, quindi,

è stata fatta un'opera di informazione capillare che ha coinvolto i faedesi e, speriamo, anche gli escursionisti che frequentano la zona.
Chiunque avesse informazioni utili per ritrovare Artù potrà chiamare i proprietari al numero 0432 711112.

17 febbraio 2017


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Interviene il soccorso alpino per recuperare un cane precipitato per 50 metri

Cane cade nel precipizio: salvato
Resia: gli uomini del soccorso alpino recuperano l’animale precipitato per 50 metri


RESIA. Momenti di paura, sabato pomeriggio, per il proprietario di un cane che per pochi istanti ha perso il contatto con l’animale, finito poi in un canalone, dove era precipitato per una cinquantina di metri.
L’allarme è scattato verso le 17 di sabato, quando il soccorso alpino di Moggio è stato allertato dal 118 per una richiesta di aiuto lungo il sentiero del Pusti Gost, sopra Stolvizza di Resia. Il padrone di un cane da pastore belga (Malinois) di tre anni, residente in Val Resia, aveva infatti richiesto l’intervento dei soccorritori perché l’animale, sfuggito al suo controllo, era – come si diceva – precipitato in un canale.
Due tecnici del Cnsas della Stazione di Moggio Udinese sono intervenuti partendo alle 18.50 da Stolvizza di Resia e dopo circa un’ora sono giunti sul posto.
Si sono calati con la corda per cinquanta metri nel ripido canale e hanno recuperato “Luna”, questo il nome della cagnetta, che apparentemente non mostrava segni di lesioni.
Il cane è stato imbragato e portato in salvo prima sul sentiero, poi fin giù a Stolvizza a spalla. Il suo padrone farà i dovuti accertamenti ma le

condizioni dell’animale non sembrano preoccupare. L’intervento si è chiuso alle 22.
In un primo tempo sono giunti a Stolvizza, contattati dal 118, i Vigili del Fuoco, che hanno delegato, considerata l'ubicazione impervia della caduta del cane, l’intervento agli uomini del soccorso alpino.
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30 gennaio 2017


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Salvate tutte le pecore dallo stavolo in fiamme

Stavolo a fuoco, salvate tutte le pecore
Un incendio ha completamente distrutto uno stavolo sulla strada provinciale 10 che porta a passo Pramollo. A chiamare i vigili del fuoco sono stati i proproprietari, preoccupati per le 30 pecore e i 15 agnelli che si trovavano al piano terra dell’immobile



PONTEBBA. Un incendio ha completamente distrutto uno stavolo sulla strada provinciale 10 che porta a passo Pramollo. L’allarme è scattato intorno alle 18.30 di venerdì 27 gennaio.
A chiamare i vigili del fuoco sono stati i proproprietari, preoccupati per le 30 pecore e i 15 agnelli che si trovavano al piano terra dell’immobile mentre nel soppalco erano conservati 50 quintali di fieno. Anche per questo motivo le operazioni di soccorso non sono state semplici, ma i vigili del fuoco, intervenuti con tre squadre (insieme ai volontari di Pontebba, sono arrivati due mezzi da Tarvisio), sono riusciti a mettere in salvo tutti gli animali.
A una pecora, rimasta intossicata, è stato anche applicata una maschera d’ossigeno. Ingenti i danni.
La struttura, composta da blocchi di cemento con una travatura in legno e il tetto in lamiera, è stata infatti

completamente distrutta. Sull’accaduto indagano i carabinieri e dai primi riscontri, non è escluso che a causare l’incendio sia stata un’azione dolosa. Per mettere in sicurezza l’area i vigili del fuoco hanno lavorato più di tre ore.

27 gennaio 2017

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All'Oasi dei Quadris è massima l’allerta per il terribile virus influenzale che colpisce i volatili.


Sos aviaria, cicogne e ibis sotto controllo a Fagagna
Il presidente Uliana: per il momento il virus influenzale non ha raggiunto l’area. Sono 44 i piccoli venuti alla luce nel 2016. Oltre 10 mila i visitatori dell’Oasi

FAGAGNA. «Per ora non abbiamo riscontrato casi di aviaria. Ogni giorno comunque controlliamo che non ci siano animali morti a causa del virus».
A confermarlo Enzo Uliana, presidente dell’Oasi dei Quadris dove è massima l’allerta per il terribile virus influenzale che colpisce i volatili. «Si tratta di una malattia molto pericolosa per i nostri ospiti» prosegue il presidente dell’associazione che gestisce l’Oasi dove vivono cicogne, ibis eremita e molte specie di oche e anatre selvatiche.
Per il momento il virus non è arrivato nella zona collinare, ma l’attenzione rimane altissima. All’Oasi è tempo di bilanci. Nel 2016 i visitatori sono stati 10.100 di cui 7.502 nelle giornate di apertura domenicale e festivi e 2.608 durante la settimana come gruppi e scolaresche. «Rispetto all’anno scorso – fanno sapere dall’associazione di volontari che gestisce il paradiso di cicogne e ibis – c’è stato un calo del 4,5% dei visitatori domenicali e festivi e del 6% dei gruppi e scolaresche.
Calo dovuto ai numerosi giorni di maltempo che ha imperversato durante tutta la stagione primaverile». Tante comunque le attività svolte tra le quali il doposcuola per le classi della scuola primaria del comune di Fagagna, di volontariato dei ragazzi delle medie di Pagnacco o dei centri estivi.
Come sempre ci sono state giornate a tema come la Festa dell’Oasi (25 aprile), la Notte delle lucciole (19 giugno), “Asino io?” (17 e 18 settembre) con gli Amici di Totò o “Il giorno della cicogna” (24 settembre). Dopo un anno di interruzione, l’anno scorso è ripartito il progetto in collaborazione con l’Università di Udine di imprinting di alcuni ibis eremita.
Tanti poi i fiocchi rosa e azzurri: nel 2016 sono nati 27 cicognini. Un numero al di sopra della media, anche se inferiore ai 32 del 2015. Di questi 27, 25 sono migrati come consuetudine a fine agosto/inizio settembre, mentre due di loro, Icaro e Silvia, sono ancora a Fagagna.
Nella colonia di ibis eremita invece ci sono state 17 nascite. Di questi 10 sono nati per la prima volta in semilibertà, figli degli ibis imprintati nel 2013 e 2014 e di alcuni “evasi” dalla voliera nel

2014 e poi tornati spontaneamente all’Oasi. I due gruppi si sono col tempo amalgamati e l’anno scorso si sono formate anche delle coppie “miste” che hanno nidificato all’interno della voliera aperta dando alla luce per la prima volta questi “nati liberi”.

27 gennaio 2017


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