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L'orso vegetariano della Val Tagliamento fa razzia di arnie

Aprile 2016


PREONE (Udine)
M4, l'orso della valle di Preone, si è risvegliato dal letargo e, per saziare i morsi della fame dovuti al lungo digiuno invernale, ha fatto scorta di miele razziando un paio di arnie nelle vicinanze dell'area abitativa. 
Il plantigrado è un maschio di nove anni, vegetariano (non si hanno testimonianze di attacchi a mammiferi, selvatici o addomesticati, ma solamente a qualche arnia alla ricerca di miele).
Prevista  una serata informativa dedicata alla popolazione per chiarire gli aspetti della convivenza fra la fauna selvatica e l’orso (in particolare con l’uomo),  per trattare il tema della prevenzione, degli indennizzi per i danni provocati dall'orso e per indicare il comportamento da tenere nel caso di un incontro occasionale con l’orso.
Organizzatori dell'incontro sono: il Comune, il Corpo forestale regionale  e l’Università di Udine


In Friuli Venezia Giulia record di sequestri di cuccioli importati illegalmente

Aprile 2016


Il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana nella quale si è registrato il maggior numero di sequestri di cuccioli importati illegalmente dall'Est Europa. A seguire, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Veneto. E proprio a causa degli scrupolosi controlli da parte delle forze dell'ordine, la tratta dei cuccioli si sta spostando lentamente, via nave, verso la Puglia.
L'illegalità consiste nello spostamento di cuccioli di età inferiore a tre mesi e 21 giorni, nei viaggi estremamente lunghi con pessime condizioni sanitarie, nel trasporto su mezzi non autorizzati, nella presenza di documenti contraffatti.
In Italia i principali committenti sono negozianti e allevatori, vere e proprie organizzazioni criminali che movimentano un business da 300 milioni l’anno.

Di questo e di altro in tema di allevamenti di cani si è parlato al convegno organizzato dalla Lav a Pordenone. Nell'occasione è stato presentato il libro “La fabbrica dei cuccioli”, Sonda editore.

Lepre investita a Udine. Ho chiesto ai vigili urbani di visionare le telecamere di piazzale Chiavris


22 aprile 2016



UDINE - Ore 0:45 circa, nella rotonda di Piazzale Chiavris, di fronte all'Osteria Al Ponte, c'è una lepre morta investita. Una scena molto dolorosa. Mi fermo dietro la povera lepre per proteggerla dal traffico e inizio a chiamare le forse dell'ordine, consapevole che a quell'ora il servizio provinciale per il recupero degli animali selvatici non è operativo. 
Il 112 mi collega col 118 che mi suggerisce, in alternativa alla Provincia, i cinovigili del Canile di Udine. Il cinovigile deve chiedere il permesso al veterinario di turno, non essendo competenza sua il recupero di animali selvatici. Opto per i vigili del fuoco che so essere sempre disponibili. Così è stato. Sono stati gentilissimi e tempestivi. 


Torno a casa e predispongo una nota che inoltro alla polizia municipale di Udine, tramite e.mail. Questo il contenuto:


 ----- Original Message -----
From:xxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
To: polizialocale@comune.udine.it
Sent: Friday, April 22, 2016 3:26 AM
Subject: mancato soccorso ad animale investito

Spett. Polizia municipale
Udine
In data odierna, alle ore 1:20 circa del mattino, su mia chiamata, sono intervenuti i vigili del fuoco per il recupero di una lepre morta investita in piazzale  Chiavris (v. foto). Il Codice della strada prevede l'obbligo di fermarsi per prestare soccorso all'animale investito, ma così non è stato. Chiedo pertanto di individuare l'investitore tramite le telecamere di zona. Rimango a disposizioni per eventuali ulteriori informazioni.


Più tardi decido di informare la stampa sull'accaduto. Scrivo quindi un veloce comunicato e lo invio ad un giornalista del Messaggero Veneto. Questa è la mail inviatagli:

---- Original Message -----
From:xxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Sent: Friday, April 22, 2016 10:07 AM
Subject: mancato soccorso ad animale investito


Spett. Messaggero Veneto
alla c.a. di Cristian Rigo

Nell'inviare l'allegata e.mail, che ho inoltrato alla polizia municipale di Udine, chiedo gentilmente che venga  pubblicato un articolo sul caso in questione.

Alle ore 0:45 circa mentre rientravo a casa in auto, nella rotonda di Piazzale Chiavris di fronte all'Osteria Al Ponte, notai subito che c'era un animale morto  in strada, lo superai per non investirlo per poi ritornare sullo stesso punto rifacendo la rotonda. A quel punto notavo che non era un gatto ma una lepre. Una scena molto dolorosa. Mi fermai dietro la povera lepre per proteggerla dal traffico ponendo le 4 frecce e iniziai a chiamare le forse dell'ordine consapevole che a quell'ora il servizio provinciale per il recupero degli animali selvatici non era in servizio. Chiamai il 112 che mi collegò col 118 che mi suggerì, in alternativa alla Provincia, i cinovigili del Canile di Udine. Col cinovigile mi accordai di richiamarlo se non avessi trovato un'altra soluzione dal momento che avrebbe dovuto chiedere permesso di recupero al veterinario di turno, non essendo competenza sua il recupero di animali selvatici. Alla fine optai per i Vigili del fuoco che so essere sempre disponibili. Così è stato. Sono stati gentilissimi e tempestivi. Tornando a casa inviai subito una e.mail alla Polizia municipale di Udine affinché tramite le telecamere della zona individuassero l'investitore. Il codice della strada prevede l'obbligo di fermarsi e prestare soccorso  all'animale investito. Ciò non è avvenuto. Spero venga individuato e sanzionato al  massimo.

Distinti saluti.
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AGGIORNAMENTO 
01 maggio 2016

Il Messaggero Veneto, nonostante un mio sollecito, non ha ancora pubblicato l'articolo. Questo mi sorprende perché nel quotidiano friulano le notizie sugli animali non mancano mai. 

Proprio in quest'ultimo periodo il Messaggero Veneto ha dedicato, nella cronaca di Udine, grande spazio - e per diversi giorni - alle vicissitudini di una famiglia d'anatre del laghetto di via Gemona, riportando anche gli interventi degli assessori comunali Cinzia Del Torre (Servizi veterinari) ed Enrico Pizza (Mobilità e Ambiente) 
-Leggi
-Leggi
-Leggi
Da animalista, non posso che apprezzate le attenzioni al tema da parte del giornale  ma ritengo che la vicenda della lepre investita meriti pure di essere  divulgata, e non tanto per rendere partecipi gli amanti degli animali o per segnalare la presenza (non rara, secondo l'esperto biologo Luca Lapini) di una lepre in città, ma piuttosto per ricordare agli automobilisti le norme del Codice della strada. 

Dalla lettura di un post pubblicato il 24 aprile da Enrico Pizza, sul suo profilo Facebook, leggo oggi che a richiedere alla stampa un ulteriore articolo sulla vicenda delle anatre sono stati  proprio i due assessori. 
Infatti sul post di Pizza l'assessore Del Torre scrive: «Avvisare la stampa, che già 3 giorni fa aveva scritto dell'intervento dei vigili del fuoco, è stato solo un modo per rendere partecipi i cittadini di una bella cosa che succede a Udine, ovvero la natura che, soprattutto in primavera, si manifesta nel suo splendore»
Letto ciò,  colgo immediatamente l'opportunità  per chiedere l'attenzione dei due assessori sul caso della lepre morta. 

Qui di seguito riporto il mio intervento sul post di Pizza 

Elisa Colavitti Pro Animali - Udine Assessore Del Torre, anche io avrei voluto che la stampa (nello specifico il Messaggero Veneto) rendesse partecipi i cittadini di Udine sulla povera lepre investita e uccisa il 22 scorso in Piazzale Chiavris ma così non è stato. Spero che i vigili urbani portino avanti la mia richiesta di individuare il responsabile dell'investimento tramite le telecamere di zona così come da me chiesto con mail. La mia è una richiesta che riguarda non solo la viabilità, in base al codice della strada, ma anche la sensibilità ed il rispetto per gli animali. Chiedo quindi l'attenzione degli assessore Enrico Pizza e Cinzia Del Torre. Grazie.

Successivamente, per rendere ufficiale questa mia istanza, invierò una raccomandata PEC al Comune di Udine indirizzandola ai due assessori.  
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AGGIORNAMENTO
04 maggio 2016


Ecco la raccomandata PEC che ho inviato ai due assessori pochi minuti fa:


----- Original Message -----
From: xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Sent: Wednesday, May 04, 2016 3:00 PM
Subject: Lepre investita in piazzale Chiavris

Spett.le
Comune di Udine
Alla c.a. degli assessori
Cinzia Del Torre ed  Enrico Pizza
TRAMITE PEC

Faccio seguito al mio intervento sul profilo Facebook di Enrico Pizza (post del 24 aprile scorso riguardante la vicenda delle anatre del laghetto di via Gemona).
Con la presente intendo ufficializzare quel mio intervento chiedendovi di interessarvi al caso della lepre investita ed uccisa il 22 aprile scorso in piazzale Chiavris per conoscere l'esito delle indagini che dovrebbero essere state svolte dalla polizia municipale a seguito della mia segnalazione.
Vi chiedo inoltre di intercedere presso il quotidiano Messaggero Veneto per rendere partecipi i lettori sull'accaduto.
Rimanendo in attesa di un vostro cortese seguito, porgo distinti saluti.
***Aggiungo il link al mio blog riguardo l'argomento http://elisacolavitti.blogspot.it/

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AGGIORNAMENTO
14 maggio 2016

Oggi ho avuto risposta dal Servizio Polizia Locale di Udine. Ecco la mail:


----- Original Message -----
To:xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Sent: Saturday, May 14, 2016 12:19 PM
Subject: piazzale Chiavris -lepre

Buongiorno, abbiamo visionato le immagini della telecamera di P.le Chiavris per verificare se era possibile individuare l'autore dell'investimento.
Alle ore 22.22 la telecamera inquadrava il luogo dell'investimento e non si rilevava ancora nulla.
Al termine del giro della telecamera sul piazzale alle ore 22.25 si notava la sagoma dell'animale ma non si vedeva il mezzo che l'aveva investita.
Quindi il tutto è accaduto nei tre minuti in cui la telecamera riprendeva altre zone del piazzale.
Pertanto non è possibile risalire a nulla.

Cordiali saluti

dott. Daniela Rotolo

Servizio Polizia Locale di Udine
Unità Operativa Tutela del Territorio
+39 0432 1272710
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AGGIORNAMENTO
16 maggio 2016

Oggi ho inoltrato il seguente articolo al quotidiano Messaggero Veneto:

----- Original Message -----
From: xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Sent: Monday, May 16, 2016 5:05 PM
Subject: Lepre investita in piazzale chiavris - udine
Spett
Messaggero Veneto
c.a. di Laura Pigani

In data 22 aprile mi sono rivolta alla Polizia municipale di Udine (mail allegata)
Sabato 14 maggio è arrivata la risposta della Polizia municipale (mail allegata)
Riporto i fatti:
Alle ore 0:45 circa di venerdì 22 aprile, mentre rientravo a casa in auto, nella rotonda di Piazzale Chiavris, di fronte all'Osteria Al Ponte, notai subito che c'era un animale morto in strada, lo superai per non investirlo per poi ritornare sullo stesso punto rifacendo la rotonda. A quel punto notavo che non era un gatto ma una lepre. Una scena molto dolorosa. Mi fermai dietro la povera lepre per proteggerla dal traffico ponendo le 4 frecce e iniziai a chiamare le forse dell'ordine consapevole che a quell'ora il servizio provinciale per il recupero degli animali selvatici non era in servizio. Chiamai il 112 che mi collegò col 118 che mi suggerì, in alternativa alla Provincia, i cinovigili del Canile di Udine. Col cinovigile mi accordai di richiamarlo se non avessi trovato un'altra soluzione dal momento che avrebbe dovuto chiedere permesso di recupero al veterinario di turno, non essendo competenza sua il recupero di animali selvatici. Alla fine optai per i Vigili del fuoco che so essere sempre disponibili. Così è stato. Sono stati gentilissimi e tempestivi. Tornando a casa inviai subito una e.mail alla Polizia municipale di Udine affinché, tramite le telecamere della zona individuassero l'investitore. Il codice della strada prevede l'obbligo di fermarsi e prestare soccorso  all'animale investito. Ciò non è avvenuto.
Osservazioni:
Prendo atto della risposta dalla Polizia municipale ma mi pongo una domanda:  A cosa serve istituire un servizio di telecamere se questo non registra l'area interessata 24 ore su 24?
Sembra di assistere a un film di 007 in cui la rapina del secolo avviene grazie alla vulnerabilità delle telecamere.  
In tre minuti se ne fanno di cose!!!
La povera lepre è rimasta sull'asfalto per circa due ore e mezza, cioè da poco dopo le 22:22 alle 0:45, quando sono passata io con l'auto. Nessun automobilista, nessun passante,  si è degnato di chiamare chi di competenza per il recupero dell'animale. Chi l'ha investita non ha agito nel rispetto del  codice della strada, che prevede l'obbligo di fermarsi e prestare soccorso all'animale ma neppure i successivi automobilisti sono da scagionare perché la prima auto potrebbe aver solo urtato l'animale senza ucciderlo, mentre ad ucciderla potrebbero essere stati gli altri automobilisti.
Spero che questo servizio giornalistico possa essere utile per ricordare agli automobilisti che bisogna essere responsabili quando si guida e che il codice della strada va rispettato. Così come ci si deve fermare allo stop, al semaforo rosso o dopo uno scontro o un investimento di un pedone, cosi ci si deve fermare per soccorrere un animale. Forse se al posto di una lepre ci fosse stato un animale di grossa taglia, si sarebbero senz'altro fermati  per chiamare le forze dell'ordine e per chiedere, conseguentemente, un risarcimento danni (Leggi). Questa volta, a coloro che hanno travolto la lepre, è andata bene, ma grazie ai sempre più numerosi occhi elettronici che vigilano le strade, non sempre andrà così.(Leggi)
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AGGIORNAMENTO
18 maggio 2016


Il Messaggero Veneto finalmente ha pubblicato l'articolo, tra l'altro inserito in un servizio a due facciate dedicato alla viabilità (pagina 26 e 27 della cronaca di Udine). Questo è il link all'articolo:


La mia soddisfazione, ovviamente, non è completa. La giornalista, infatti, ha tagliato troppo il mio comunicato, sottovalutando dei punti importanti:
1 - non ha dato risalto alle peripezie che un cittadino deve affrontare per far intervenire le autorità di competenza (in questo mio caso, il tempo dedicato va dalle 0:45 alle 3:26 del mattino)
2 - non ha dato rilievo a quelli che sono gli obblighi dei conducenti in relazione alle norme del Codice della Strada, in tema di animali da soccorrere, trattando solo la questione dei risarcimenti, in caso di danni da impatto con loro. 

Leggi norma Codice della strada
Leggi norma Codice della strada

Comunque, ottimo nell'insieme il servizio che riferisce su animali selvatici liberati dopo le cure da parte degli organi provinciali e regionali e della possibilità di salvare molti animali dagli investimenti grazie all'arrivo dei dissuasori a luci riflesse.

Leggi 
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La congiura delle vacche: il segreto della sostenibilità - Cowspiracy: the sustainability secret


Un film che fa scalpore perché denuncia i danni al pianeta degli allevamenti intensivi e il silenzio incomprensibile dei movimenti ambientalisti 

Cowspiracy è un film il cui titolo è un gioco di parole tra cow, mucca, e cospiracy, congiura, che in italiano potrebbe essere tradotto con la frase “la congiura delle vacche”, associato a “The sustainability secret” ovvero “Il segreto della sostenibilità”.
Il Movimento 5 Stelle del XII Municipio di Roma l'8 febbraio 2016 ha organizzato la proiezione di questo film presso il “Teatro Tris d’Arte”, a cui subito dopo è seguito il dibattito con gli interventi dei consiglieri comunali Daniele Diaco, Silvia Crescimanno, la consigliera regionale Silvana Denicolò e i deputati Paolo Bernini e Mirko Busto.
La pellicola è stata prodotta e diretta da Kip Andersen e Keegan Kuhn nel 2014, successivamente ha ottenuto il sostegno dell’attore Leonardo Di Caprio come produttore esecutivo, per agevolare la diffusione di una versione ampliata uscita a metà settembre 2015 sulla piattaforma di streaming Netflix che si può vedere tramite un comune personal computer.
In sintesi il documentario parla del devastante impatto degli allevamenti per la produzione della carne definiti come l'industria più distruttiva per la salute del nostro pianeta, e parallelamente denuncia il colpevole silenzio delle associazioni ambientaliste. Non casualmente durante le riprese i registi sono stati oggetto di minacce da parte dei difensori delle aziende produttrici di carne, perché è evidente che dire la verità senza giri di parole, danneggia i loro interessi.
Ed è per mettersi al sicuro e salvaguardare questi guadagni, che negli Stati Uniti il governo di George W Bush ha varato nel 2006 la “The animal Enterprise Terrorism Act” (AETA), che accusa addirittura di terrorismo tutti coloro che ostacolano questa attività mettendo a rischio i proventi della vendita della carne e dei suoi derivati.
In merito alle minacce ricevute, Andersen e Khun hanno dichiarato di temere per la loro vita, ma di sentire l'assoluta necessità di parlare di quello che sta avvenendo alla Terra.
Le emissioni del gas serra degli animali
Le emissioni del gas serra degli animali
Nel documentario i registi hanno monitorato le politiche delle istituzioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, Sierra Club, Surfrider Foundation e Rainforest Action Network, accusate di non aver denunciato l'impatto ambientale della zootecnia globale e di non aver consigliato alle persone di non mangiare carne, pesce, uova e latticini. Una omissione gravissima alla luce dell'evidenza che gli uomini sono in procinto di divorare il pianeta se continueranno a nutrirsi di carne e di prodotti animali.
Per questo è stato anche soprannominato “il film che le organizzazioni ambientaliste mondiali non vorrebbero farti vedere”. Difatti le interviste ai principali esponenti di queste associazioni attestano la reticenza e la paura di parlare dell’argomento. Ad esempio la responsabile di Amazon Watch ha detto: “non si parla del problema dell’impatto della carne perché si teme per la propria vita …”
Anche il giornalista Michael Pollan nel constatare che questo commercio smuove tantissimo denaro ha detto che questa “è una battaglia persa a livello politico”.
Se oggi noi tutti conosciamo i danni provocati dagli allevamenti è soltanto grazie alle ricerche pubblicate dalla FAO, da Science Mag, dalla NASA e da World Watch, che con i loro grafici hanno portato alla ribalta dell'informazione che il 51% del gas serra viene emesso dagli animali contro il 13% del settore dei trasporti.
E questo succede perché il bestiame delle fattorie rilascia nell'aria il metano prodotto dai microrganismi coinvolti nel processo digestivo ed il protossido di azoto attraverso la decomposizione del letame, mentre le attività umane diffondono l'anidride carbonica. Ma sono soprattutto il metano ed il protossido d'azoto ad accelerare i cambiamenti climatici, in particolare il metano è un potentissimo gas serra con un effetto sul riscaldamento atmosferico 20 volte superiore all'anidride carbonica. Al confronto l’inquinamento cittadino causato dai trasporti e dal riscaldamento delle abitazioni è un semplice fenomeno locale.
È ovvio che eliminare gli allevamenti è la soluzione del problema. Per informazione è utile ricordare anche che, se proseguiremo a diffondere nell'aria l'attuale volume di emissioni il riscaldamento globale salirà a temperature proibitive per la nostra vita, e in base a diversi studi potrebbe elevarsi da 4 fino a 6 gradi Celsius a quelle attuali.
 Kip Andersen, produttore della pellicola, in una scena del film mentre intervista un'allevatrice di galline
Kip Andersen, produttore della pellicola, in una scena del film mentre intervista un'allevatrice di galline
Nel documentario viene anche denunciato che un terzo dell'acqua viene utilizzata per la produzione di carne e gli altri due terzi rischiano di essere inquinati dalle attività nelle fattorie. Mentre a noi dicono di ridurre il numero di docce per risparmiare il prezioso liquido.
Inoltre 110 specie di animali ed insetti si estinguono ogni giorno per via della deforestazione necessaria a fare spazio alle coltivazioni di mais, grano e soia per nutrire gli animali che vivono negli allevamenti.
Secondo recenti calcoli se eliminiamo la produzione di carne potremmo sfamare 15 miliardi di persone, ma visto che nell'attuale distribuzione la maggior parte del cibo viene dirottato per nutrire gli animali da reddito, 795 milioni di persone soffrono la fame che è ancora una delle prime cause di morte nel mondo.
Ci preoccupiamo dell’aumento tendenziale della popolazione umana dagli attuali 7,4 miliardi circa, senza considerare che gli animali delle fattorie sono in un numero spropositato: 1 miliardo e 300 milioni di bovini, 2 miliardi e 700 milioni di caprini, 1 miliardo di suini, 12 miliardi di polli, galline e altri. Il 24% della superficie terrestre è occupato direttamente o indirettamente da bovini; in Sudamerica ci sono nove vacche ogni dieci persone, in Australia i bovini superano la popolazione umana del 40%.
Tutti esseri destinati ad essere uccisi dopo una vita di patimenti, difatti secondo le statistiche della FAO ogni anno su tutto il pianeta ne vengono macellati circa 56 miliardi, esclusi i marini.
È evidente che l'eccessivo numero degli animali per via dell'intervento dell'uomo, incide negativamente sull'equilibrio della terra ed è incompatibile con i suoi ritmi naturali, ed è altrettanto chiaro che non può essere prodotto un quantitativo di carne sufficiente alla richiesta mondiale, considerando l'aumento della popolazione e l'adozione dell'alimentazione carnivora tra le genti dei paesi in via di sviluppo.
La piramide della dieta vegana
La piramide della dieta vegana
Il film dedica delle sequenze anche al problema della fauna marina denunciando la gravità della situazione degli Oceani considerati la prima e più grave emergenza a causa dell'incredibile sfruttamento delle loro risorse. Ogni giorno vengono pescate 90 milioni di tonnellate di pesce, e per ogni mezzo chilo di pesce pescato, due chili circa di specie marine selvatiche non destinate al commercio vengono intrappolate nelle reti e uccise, provocando una inutile mattanza!
Nel documentario viene infine affrontato il problema etico che coinvolge gli esseri viventi che vivono nelle fattorie; costretti a vivere in modo indegno, privati della libertà e senza il minimo rispetto per la loro natura, fino alla fine dei loro giorni quando saranno avviati verso i mattatoi. Le immagini si soffermano su un allevatore mentre effettua la conta della morte e designa quale animale uccidere e quale lasciar vivere ancora per qualche giorno, incurante dei sentimenti, della paura e delle esigenze della creatura che sta subendo la privazione della propria esistenza; alla fine della terribile sequenza l'intervistatore Kip Andersen ha un malore. Ma anche lo spettatore non rimane indifferente ed è sconvolto dalle azioni brutali degli operatori di questa cosiddetta industria, considerando che la drammatica conta mortale si ripete quotidianamente, in tutti i paesi di tutti i continenti, milioni di volte al giorno.
In definitiva il documentario chiarisce al di là di ogni ragionevole dubbio le tribolazioni e le catastrofi causate dal mangiare carne, realizzando un ottimo lavoro di informazione.
Ed al termine delle scene a chi ha recepito la sofferenza del pianeta, i tormenti e le violenze ingiustificate inflitte agli animali, non rimane che aderire alla scelta vegana, l'unica possibile.
Nel futuro è inevitabile che gli animali non verranno più visti come fonte di cibo, mentre la società attuale sarà associata ad un'epoca profondamente incivile.
FONTE



La radice dell'odio è lo specismo

Un breve estratto di un'intervista rilasciata da Gary Yourofsky a una tv israeliana.






Testo:
"Il cammino verso la pace è il veganismo.
Possiamo portare la pace su questo pianeta eradicando lo specismo perchè è la prima forma dI odio che ci viene insegnata. Razzismo, sessismo, antisenitismo, eterosessismo sono i rami dell'odio la cui radice è lo specismo. Da bambino ci viene insegnato di essere buoni col gatto e col cane ma la mucca, il pollo, il tacchino, loro non contano. Così i bambini crescono confusi e quando parliamo di discriminazioni, analizzando perché sono sbagliate e come nascono, tutte nascono da quel qualcuno che appare e agisce diversamente da te. Se si insegna al bambino che il pollo, anche se sembra diverso da noi, ha il diritto di vivere, che quel ragno ha il diritto di vivere,  il bambino quando sarà grande come si comporterà con un uomo dall'aspetto e colore diversi? Potrà trattare quell'uomo con odio e violenza?
 Eradicando lo specismo possiamo portare la pace su questo pianeta"



"La pace non è soltanto l'assenza di guerra. È la presenza di giustizia."