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6MARTIGNACCO, CATTURA UN GATTO CON TRAPPOLA - ASSOLTO

05 NOVEMBRE 2025

A mio avviso l'intento era quello di catturare il gatto altrimenti lo avrebbe liberato subito e non portato fino al suo garage.

Piazza le trappole per i topi ma cattura un gatto. I vicini lo denunciano. Pensionato di 81 anni,  assolto

L’anziano, residente a Martignacco, era finito a processo per le ipotesi di reato di esercizio della caccia con mezzi vietati e maltrattamento di animali.

Siamo nelle campagne di Martignacco. Un 81enne del luogo piazza alcune trappole per topi con relative esche. Utilizza però gabbie molto capienti e così, al posto dei roditori, nella trappola ci finisce un gatto. I vicini di casa se ne accorgono e sporgono denuncia.

L’uomo, assistito dagli avvocati Rossana De Agostini e Romina Pellegrini, è finito a processo per le ipotesi di reato di esercizio della caccia con mezzi vietati e maltrattamento di animali.

Mercoledì 5 novembre il giudice del tribunale di Udine, Mauro Qualizza, ha emesso nei confronti dell’81enne una sentenza di assoluzione.

Il fatto risale al marzo 2024. Una mattina una donna che vive accanto all’81enne ha visto un gatto rinchiuso in una trappola. Ha avvisato altri vicini e insieme hanno avvertito i carabinieri forestali (motivati dalla sparizione nella zona di diversi felini negli ultimi tempi). Poco prima dell’arrivo degli uomini in divisa, l’anziano veniva visto prendere la gabbia con il gatto all’interno e dirigersi verso il garage. A detta dei vicini, appena si accorgeva della loro presenza, lo liberava.

I forestali giunti sul posto hanno ascoltato i diretti interessati e formalizzato la denuncia per caccia con mezzi impropri e maltrattamento di animali. Da parte sua l’81enne si è sempre difeso assicurando che il suo obiettivo era solo quello di catturare dei topi (come peraltro dimostrato dalla tipologia di esca utilizzata). Una versione che è riuscita a convincere anche il giudice.

LEGGI SU MESSAGGERO VENETO

5 LUSEVERA, PROPRIETARIO DI UN CANE DENUNCIATO PER MALTRATTAMENTO

05 NOVEMBRE 2025 

Denuncia a piede libero per il proprietario di un cane, accusato di abbandono di animali. A Lusevera i carabinieri hanno trovato un cagnolino costretto a restare nel terrazzo di un'abitazione in mezzo ai rifiuti.
Cocki, questo è il nome del cagnolino, è stato affidato a un canile convenzionato.

Negli ultimi mesi, oltre a questo episodio, i Carabinieri della locale Stazione hanno portato a termine altri due interventi di polizia giudiziaria, a carattere ambiente, nel cui ambito hanno sequestrato due piccole discariche abusive e denunciato un uomo.

TGR RAI FVG

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3 RICORDIAMO LAIKA

03 NOVEMBRE 2025

ERA IL 3 NOVEMBRE 1957
UMANI TRADITORI. IL SUO AMORE LO AVETE RICAMBIATO CON LA MORTE.


la prima cagnetta nello spazio
Laika, una meticcia randagia trovata per le strade di Mosca, fu scelta per una missione destinata a entrare nella storia. Gli scienziati sovietici preferivano i cani randagi perché abituati a sopravvivere al freddo e alla fame — una sorta di selezione naturale utile per le difficili condizioni dello spazio.
Per prepararli al lancio di Sputnik 2, gli animali vennero rinchiusi in gabbie sempre più piccole per periodi fino a venti giorni, in modo da abituarli agli spazi angusti della capsula. Ma l’esperimento ebbe effetti devastanti: i cani smisero di urinare e defecare, divennero nervosi e il loro stato di salute peggiorò rapidamente. Né i lassativi né altri tentativi li aiutarono — solo un lungo addestramento li rese più tolleranti.
Gli scienziati li sottoposero poi a centrifughe che simulavano la forza del decollo e a macchinari che riproducevano il frastuono di un razzo in partenza. Dieci giorni prima del lancio, il capo del progetto, Vladimir Yazdovsky, scelse Laika come “pilota” principale. Mosso da compassione, la portò a casa per una sera, per farla giocare con i suoi figli. Più tardi scrisse:
“Laika era docile e affettuosa… volevo farle un ultimo dono, perché sapevo che le restava poco da vivere.”
Il 3 novembre 1957, Sputnik 2 decollò. L’orbita fu raggiunta, ma un guasto impedì al sistema di controllo termico di funzionare: parte dell’isolamento si staccò e la temperatura interna salì fino a 40 °C. Le prime trasmissioni mostrarono che Laika era agitata ma riusciva ancora a mangiare. Dopo cinque o sette ore, però, ogni segnale vitale cessò.
Il piano originale prevedeva una morte indolore, tramite cibo avvelenato, ma le versioni ufficiali successive furono contraddittorie: per anni si parlò di asfissia o di eutanasia pianificata. Solo nel 2002, uno dei membri del team, Dimitri Malashenkov, rivelò la verità: Laika morì poche ore dopo il lancio, a causa del surriscaldamento della cabina. “Era praticamente impossibile creare un sistema di controllo termico affidabile in così poco tempo”, spiegò.
Cinque mesi più tardi, il 14 aprile 1958, Sputnik 2 bruciò durante il rientro nell’atmosfera, dopo 2.570 orbite.
Oggi, una statua e una targa a Star City — il centro di addestramento dei cosmonauti russi — ricordano Laika, la piccola cagnetta di Mosca che aprì la strada all’esplorazione spaziale. Il suo nome è inciso anche sul Monumento ai Conquistatori dello Spazio a Mosca, eretto nel 1964.
Nel video Laika con un’imbracatura, animata dall’intelligenza artificiale partendo dalla sua immagine originale
POST ANIMALI CHE PASSIONE

2 OBBLIGO DI MICROCHIP AI GATTI IN FRIULI VENEZIA GIULIA

02 NOVEMBRE 2025

Da luglio 2026 obbligo di chip per tutti i gatti e iscrizione all’anagrafe felina

Da luglio bisognerà anche sterilizzare gli animali che escono dalle abitazioni.

Le sanzioni vanno da 150 a a 900 euro 

Post Messaggero Veneto

1 GIORNATA MONDIALE DEL VEGANISMO

01 NOVEMBRE 2025
Ottimo articolo.
Sempre di più la stampa dà notizia sull'alimentazione a base vegetale
Benefici per umani animali e ambiente

Ecco come frutta e verdura incidono sul nostro stile di vita

I ristoranti vegani italiani rispetto al 2024 sono cresciuti del 18%. L'impatto ambientale di questa dieta che può evitare 15 milioni di morti all'anno

Il veganismo fonda le sue radici in Inghilterra nel 1944 con la nascita della Vegan Society, in rottura con la Vegetarian Society, per promuovere uno stile di vita che escludesse i prodotti di origine animale. È una filosofia che è riuscita a diffondere nuove consapevolezze sull’alimentazione. Negli ultimi decenni il veganesimo è diventato un fenomeno globale, spinto anche dai movimenti ambientalisti e da una maggiore attenzione sulla crisi climatica e allo spreco delle risorse. 


Benefici

 Questo stile di vita è per sua natura divisivo. Da quando si è sviluppato si sono create due fazioni contrapposte: i detrattori e i promotori, chi ritiene che sia un'alimentazione dannosa e chi ne promuove i benefici. Secondo il rapporto 2025 della EAT-Lancet Commision l'adozione su scala globale della Dieta della Salute Planetaria (un modello alimentare flessibile, basato su cibi vegetali come cereali integrali, frutta, verdura, legumi e noci, con un consumo limitato di prodotti animali) potrebbe ridurre del 27% il rischio di morte prematura, evitando fino a 15 milioni di decessi all'anno, e diminuendo fortemente il rischio di malattie croniche, come cancro, diabete di tipo 2 e problemi cardiovascolari. Non solo, la dieta avrebbe anche un forte impattato ambientale e farebbe scendere le emissioni di carbonio legate alla produzione di cibo di oltre il 15% rispetto al 2020. 

La dieta

 L'obiettivo della Commissione è quello di proporre una dieta salutare e sostenibile per il Pianeta, analizzando diversi sistemi alimentari e individuandone il migliore. Quello che si consiglia è una dieta ricca di cereali integrali, frutta, verdura e legumi, con un apporto molto moderato di proteine animali. Il problema sollevato dalla Commissione riguarda la sua applicabilità su scala globale, considerando che secondo le ultime stime la popolazione dovrebbe raggiungere i 9,6 miliardi di persone nel 2050. Serve una gestione migliore delle risorse per rispondere a questa crescita esponenziale che ci apprestiamo a vivere. Per raggiungere l'obiettivo in termini di fabbisogno mondiale, la produzione di legumi dovrebbe aumentare fino al 190% e quella di verdure del 42-48%, mentre la produzione animale dovrebbe diminuire del 22-27%. 

Valori e principi

 La salute e una dieta sana ed equilibrata sono centrali, ma ci sono altre motivazioni dietro la scelta di questo stile di vita. L'attenzione alla condizione degli animali e la lotta contro gli allevamenti intensivi ne sono una naturale conseguenza. Circa il 90% della produzione di alimenti di origine animale proviene da allevamenti intensivi, dove gli spazi vitali non vengono garantiti e spesso gli animali subiscono un'alterazione del proprio corpo in nome di un profitto più alto. L'altro aspetto critico degli allevamenti intensivi è rappresentato dal notevole impatto ambientale. Essi sono responsabili, secondo dati Ispra, del 75% di tutte le emissioni di ammoniaca in Italia e la seconda fonte di formazione di polveri sottili. Nell’intero comparto dell’agricoltura, il 79% delle emissioni di gas serra si deve agli allevamenti di animali destinati al consumo umano, che generano circa il 40% delle emissioni globali di metano.

Un trend in aumento

 I vegani restano una nicchia, ma dei segnali che questo movimento sia in crescita ci sono. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Eurispes nel maggio scorso, il 9,5% della popolazione italiana dai 18 anni in su non mangia carne, con i vegani che rappresentano il 2,7% della popolazione, con un lieve aumento dello 0,6% rispetto al 2024. Percentuali che sono rimaste più o meno stabili nell’ultimo anno ma, che hanno visto quadruplicare i loro numeri tra il 2014 e il 2024. In generale si può dire che ci sia più attenzione alla salute alimentare, i dati di vendita dei prodotti vegan lo dimostrano, facendo segnare un aumento. Sempre più persone rifiutano i cibi "tradizionali", scegliendo alimenti senza lattosio, senza glutine e senza zucchero. Un ulteriore segnale di questo sviluppo arriva dai ristoranti vegani italiani: nel 2024 le prenotazioni sono aumentate del 54%. 

La storia della giornata mondiale

 L'istituzione di una giornata mondiale dal veganesimo risale al 1994 e i meriti vanno ancora una volta all'Inghilterra, che potremmo definire come patria del movimento. L’attivista vegana per i diritti degli animali Louise Wallis era alla ricerca di una ricorrenza adatta per celebrare il 50° anniversario della Vegan Society. Wallis ha fissato il 1° novembre come data, poiché cade esattamente tra il 31 ottobre, che è Halloween, e il giorno dei morti, che cade il 2 novembre. Da poco più di trent'anni l'istituzione di questa giornata è un'occasione per promuovere il veganesimo in tutte le sue forme, mettendo in evidenza le criticità del modello attuale di sostenibilità alimentare. 


LEGGI TGCOM24

23CERVO UCCISO DA DUE GIOVANI BRACCONIERI

23 OTTOBRE 2025

LAUCO (UD) 

Sono accusati di furto venatorio i due giovani fermati da una pattuglia del Corpo forestale regionale nell'altopiano di Lauco. Nel loro mezzo trasportavano un cervo appena abbattuto senza licenza. Perquisite anche la abitazioni dei due con l'acquisizione di altre possibili violazioni. 

Il cervo, come tutta la fauna selvatica, è patrimonio indisponibile dello Stato. L'uccisione illegale ha rilevanza penale. 

Il Nucleo antibracconaggio della forestale ha sede a Pagnacco. 

Leggi su Messaggero Veneto

12 UMANI DIVERSI DA ME

11IL GIP DISPONE L'ARCHIVIAZIONE PER ORSA F36

11 OTTOBRE 2025

Il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’archiviazione dell’indagine relativa al decesso dell’orsa F32 condotta dalla Procura della Repubblica di Trento. L’esemplare di 9 anni era stato rinvenuto il 15 marzo scorso nei boschi della Bassa Val di Sole. Fino a questo momento, l’informazione del ritrovamento e l’attività investigativa erano coperte da segreto istruttorio: il Nucleo operativo specialistico del Corpo forestale del Trentino ha supportato le attività di indagine coordinate dall’Autorità giudiziaria, al fine di accertare le cause della morte e ogni eventuale responsabilità connessa.

(Testo ufficio stampa Provincia di Trento, foto di repertorio)

L’esemplare di 9 anni era stato rinvenuto il 15 marzo scorso nei boschi della Bassa Val di Sole. Fino a questo momento, l’informazione del ritrovamento e l’attività investigativa erano coperte da segreto istruttorio

POST 11.10.25 NEL CUORE

10 NEL LAZIO ALLEVAMENTO LAGER DI BUFALE

10 OTTOBRE 2025

MANGIATE, MANGIATE LE MOZZARELLE
SOLO A PENSARCI MI VIENE DA VOMITARE.
QUANTO SIETE SOZZI.
INVECE DI COMPRARLE IN NEGOZIO ANDATE NEGLI ALLEVAMENTI A VEDERE IN CHE CONDIZIONI SONO TENUTE LE BUFALE
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Scandalo. Allevamento Lager delle Bufale nel Lazio, tutti a processo. Dopo le Denunce dell'avv. Cristiano Ceriello per gli animalisti, parte il processo sugli allevamenti lager nel basso Lazio.
Va a processo lo scandalo dell'allevamento lager di bufale, scoperto nel basso Lazio. Dopo la Denuncia anche degli animalisti con l'avv. Cristiano Ceriello, presidente del PAI e legale responsabile anche di Difesa Consumatori e Contribuenti, il Tribunale Penale di Latina ha emesso il decreto di citazione a giudizio per il responsabile dell'allevamento G.M., contestato ben 5 reati.
Era il novembre 2023, quando a Pontinia, in provincia di Latina, un allevamento di 117 Bufale fù trovato con gli animali in mezzo ai liquami, senz’acqua e con le mangiatoie piene di mangimi contaminati e ai vitellini, non era riservato un trattamento granché diverso: malati e legati. Gli animali, come si legge nei capi di imputazione della Procura, si trovavano in parte legati da corde di nylon costretti a stabulare in una quantità di liquami, anche in presenza di due carcasse tra i reflui. Questo in condizioni di gravi sofferenze ed abbandono, incompatibili con la loro natura.
Come riporta l'avv. Ceriello non si tratta solo di gravi maltrattamenti ad animali innocenti, ma anche di un grave comportamento di una azienda a fini commerciali in danno alla salute dell'ambiente e dei consumatori. Ecco perchè salve alzare l'attenzione su queste attività, partendo con una pena esemplare per il caso di Pontinia.
P.A.I. - Ufficio Stampa

8 NEL LAZIO VOGLIONO UCCIDERE GLI ANIMALI DOMESTICI RINSELVATICHITI

08 OTTOBRE 2025

Un bando della Regione Lazio con fondi destinati ai Comuni che effettueranno interventi sul campo diretti alla cattura e all'uccisione di mucche, cavalli, capre, maiali e altri animali "rinselvatichiti", ovvero sfuggiti al controllo umano. La Lav prepara il ricorso al Tar, Enpa: "Ad eseguire le operazioni, ovviamente, anche i cacciatori"

Seicento mila euro per catturare e uccidere animali domestici in libertà al fine di "limitare i danni all’agricoltura, tutelare la biodiversità e ridurre i rischi sanitari". Questa la colpa, dunque, di mucche, capre, maiali e cinghiali che da quando sono privi di un riferimento umano hanno "ottenuto" l'etichetta di "rinselvatichiti" in un territorio in cui la mancata gestione del loro sfruttamento è stata del tutto lasciata senza alcun controllo da parte delle istituzioni.

LEGGI

1OGGI ANCHE IN FRIULI SI SPARA

01 SETTEMBRE 2025

40SANGUINARIA RIAPERTURA ANTICIPATA DELLA CACCIA

31 AGOSTO 2025

Dal 1° settembre riaprono (in anticipo) le stagioni di caccia in quasi tutta Italia!
Ancora una volta le Regioni si sono piegate agli interessi dei cacciatori. Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto, infatti, hanno detto sì all'apertura anticipata delle stagioni di caccia, fissata in origine al 21 settembre.
Una ennesima riprova degli interessi politici dietro alla pratica terribile e crudele della caccia, che noi vogliamo abolire una volta per tutte!

Caccia, il 1° settembre al via le preaperture. Enpa: Si sparerà per divertimento nella fase di riproduzione. Meloni intervenga contro il DDL 1552 “Caccia selvaggia”
Il 1° settembre si ripeterà il sanguinario rituale dell’apertura anticipata della caccia nel nostro Paese: un regalo delle regioni ai cacciatori, che potranno uccidere per il loro divertimento alcune specie di uccelli – tra cui quelle ancora con prole e quindi nella fase della riproduzione – prima dell’apertura generale del 21 settembre. Il tutto, nonostante le contestazioni e le procedure avviate contro l’Italia dall’Unione Europea e con la Destra di Governo che sta lavorando attraverso il DDL 1552 in Senato per aprire la caccia ovunque – anche nelle foreste demaniali – eliminando il principio cardine della legge 157 del 1992 sulla protezione della fauna, ovvero quello della tutela. Una situazione di gravità inaudita con un Ministero dell’Ambiente del tutto assente: le regole sulla biodiversità le detta il Ministro dell’Agricoltura!
Una strage di uccelli
“La possibilità di sparare e uccidere per divertimento è ancora largamente autorizzato dalle regioni che continuano a calpestare scienza e diritto, come nel caso della Tortora Selvatica – nonostante il grave declino numerico e l’invito dell’Unione Europea a una moratoria: non rinunciano a fucilarla regioni come Sicilia e Friuli Venezia-Giulia), mentre il Colombaccio generalmente potrà essere abbattuto nonostante sia ancora nella fase della riproduzione fino alla fine di ottobre – fase tutelata proprio dalle direttive comunitarie “Uccelli” e “Habitat”. E poi, fucili puntati contro i corvidi, la quaglia e anche alcuni anatidi, come l’alzavola, il Germano reale, la Marzaiola, a cominciare dalle Marche e con differenze tra regione e regione”.
Per ENPA è inaccettabile che si autorizzino la preapertura e la caccia persino nelle regioni devastate da alluvioni e incendi, che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale (come Emilia-Romagna e Sicilia, ad esempio) , e peraltro in presenza di turisti nel territorio.
L’anno prossimo potrebbe essere peggio
Tuttavia, dal prossimo anno, il quadro generale già pessimo potrebbe degenerare grazie al DDL 1552 presentato dalla maggioranza, finalizzato a smantellare le regole per la caccia per divertimento con il pretesto della “necessità” di “gestire” la fauna. Un tentativo di deregulation che vede uniti contro tutte le associazioni e l’opinione pubblica del nostro Paese, come la proposta di legge di Iniziativa popolare “Stop Caccia” promossa dalle associazioni animaliste.
“Se il DDL 1552 della destra venisse approvato, altro che preaperture! Le regioni potrebbero decidere specie e tempi e non certo basandosi su pareri scientifici; si sparerebbe nel demanio forestale; le regioni sarebbero obbligate a ridurre le aree protette; i cacciatori potrebbero detenere tutti i richiami vivi che desiderano; gli stranieri potrebbero cacciare senza alcuna formazione; vi sarebbero braccate nei terreni innevati e multe per chi ostacola la caccia. E molti altri orrendi contenuti, giustificati dal fatto che la caccia “è una tradizione” e che quindi avrebbe la priorità rispetto alla tutela”, conclude ENPA. “Che intervenga Giorgia Meloni, che ha in primis la responsabilità di far rispettare l’art. 9 della Costituzione – che tutela la biodiversità anche nell’interesse delle future generazioni . Che sia rispettata la volontà degli italiani – notoriamente contro l’attività venatoria, affinché sia un Paese rispettoso delle direttive Europee. Siamo certi che non vorrà esporre i cittadini a dover subire una condanna da parte della Corte Europea di Giustizia per violazione di norme comunitarie, condanna che pagheranno di tasca propria tutti gli italiani.”


20TANTE FIRME PER FERMARE LA CACCIA

12 AGOSTO 2025

Insieme abbiamo raggiunto un grandissimo risultato, ma abbiamo ancora bisogno di te!
In meno di un mese e mezzo, la proposta di Legge di iniziativa popolare per lo stop al Disegno di Legge “Sparatutto” della Maggioranza e per l’abolizione della caccia che noi di LAV abbiamo presentato insieme ad altre associazioni ha raggiunto la soglia delle 50.000 firme, necessarie per poterla depositare.
Abbiamo già chiesto un incontro al Presidente del Senato La Russa per consegnare nelle sue mani le motivazioni che ci hanno spinto a proporre una Legge per l’abolizione della caccia, ma non dobbiamo fermarci ora. Firma qui https://b.lav.it/FirmeCacciaLeggeIniziativaPopolareFb per difendere la fauna selvatica dall’attacco senza precedenti del Governo.
È fondamentale che più cittadini possibili uniscano la loro voce per salvare milioni di animali dai fucili dei cacciatori.


STOP CACCIA! RAGGIUNTE LE 50.000 FIRME A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE PER L’ABOLIZIONE DELLA CACCIA, CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE “SPARATUTTO” DEPOSITATO DAI CAPIGRUPPO DI MAGGIORANZA IN SENATO
Si ppuò comunque firmare fino a settembre!!!
ANIMALISTI ITALIANI, ENPA, LAC, LAV, LNDC ANIMAL PROTECTION E OIPA UNITE PER FERMARE L’ATTACCO SFERRATO DAL GOVERNO AGLI ANIMALI SELVATICI: ORA PORTIAMO IN PARLAMENTO
LA VOCE DELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CITTADINI DA SEMPRE CONTRARI ALLA CACCIA, GIA’ CHIESTO UN INCONTRO CON IL PRESIDENTE DEL SENATO IGNAZIO LA RUSSA
La proposta di Legge di iniziativa popolare voluta da Animalisti Italiani, Enpa, LAC, LAV, LNDC animal protection
e OIPA, per l’abolizione della caccia, la tutela di orsi e lupi, l’incremento delle aree protette e il divieto di ingresso dei cacciatori nelle proprietà private,
ha superato oggi la fatidica soglia delle 50.000 firme necessarie per poterla depositare in Parlamento.
“Siamo molto felici di questo risultato, raggiunto in meno di un mese e mezzo a fronte dei sei mesi previsti e per il quale ringraziamo tutti coloro che hanno lasciato
la loro firma – dichiarano le associazioni animaliste – ora il prossimo passo prevede il deposito della nostra proposta di Legge presso il Senato”.
Come noto in quel ramo del Parlamento da alcune settimane è in discussione
il disegno di Legge “sparatutto” voluto dalla maggioranza, che ha l’obiettivo di demolire le tutele degli animali selvatici, concedendo ancora più spazi ai cacciatori e più animali da uccidere per il loro sanguinario divertimento, giungendo addirittura
ad eliminare il limite temporale massimo alla stagione di caccia e a ridurre le aree protette. Nel corso delle audizioni presso le Commissioni riunite del Senato, Ambiente e Agricoltura, sono state sentite solo quattro associazioni ambientaliste mentre sono
state ben otto le associazioni di cacciatori ascoltate, evidenziando così il forte sbilanciamento a favore del mondo venatorio, in clamoroso spregio alla stragrande maggioranza dei cittadini che da sempre si dichiara contraria alla caccia e che le rilevazioni
Eurispes attestano al 76% della popolazione italiana.
“Ma ora le stesse Commissioni dovranno esaminare la nostra Proposta di Legge per l’abolizione della caccia
– proseguono le associazioni – speriamo che questa nostra iniziativa riesca a rafforzare l’opposizione all’iter parlamentare del
Ddl Sparatutto”.
Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle ha depositato oltre 1.000 emendamenti, seguito da Avs Alleanza Verdi e Sinistra con più di 500 emendamenti e dal Partito Democratico
con più di 300, con l’obiettivo di tentare di bloccare quello che a tutti gli effetti è un tentativo di “deregulation venatoria” mai registrato prima.
“Abbiamo già chiesto un incontro al Presidente del Senato Ignazio La Russa, per consegnare nelle sue mani le firme raccolte a sostegno della nostra proposta di Legge per l’abolizione della caccia
– continuano le associazioni – vogliamo portare la richiesta del 76% degli italiani dentro le stanze del potere politico dove in queste settimane
i partiti di maggioranza stanno decidendo uno scandaloso e violento attacco agli animali selvatici.”
La raccolta firme proseguirà fino ad inizio settembre, in modo da dare a quante più persone possibile la possibilità di sentirsi partecipi
di questo ambizioso progetto che vuole finalmente mettere a tacere i fucili di quella risicata minoranza di cittadini con in tasca la licenza di caccia che rappresenta lo 0,7% degli italiani.