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Sentenza: Michele Bodigoi dovrà risarcire 32 mila euro per l'uccisione di due cani

Dicembre 2017
Uccise due cani, condannato a 6 mesi
L’uomo, vicino di casa dei padroni degli animali, li risarcirà con 16 mila euro l’uno. La difesa: «Nessuna prova»


TORREANO. Fu lui a uccidere Marley e Akita, i due cani di grossa taglia trovati morti da una passante, la mattina del 9 maggio 2015, vicino al campo sportivo di Moimacco.
Lui che, sospettato fin dal primo momento dai proprietari degli animali, suoi vicini di casa, aveva sempre negato il proprio coinvolgimento nella loro scomparsa. E che, anche dopo il ritrovamento sul tappetino della propria auto di una macchia di sangue considerata compatibile con il Dna di una delle due vittime, aveva escluso essersi trattato di un abbattimento violento, come proposto dalla Procura, indicando la causa del decesso nell’ennesimo episodio di avvelenamento da prodotti dell’agricoltura.

La sentenza è stata pronunciata ieri. Michele Bodigoi, 45 anni, di Torreano, è stato condannato a sei mesi di reclusione, sospesi con la condizionale, oltre che al pagamento di 16 mila euro di danni l’uno ai padroni dei cani, entrambi meticci nati dall’incrocio di un lupo di razza cecosclovacca e di di una femmina di razza akita.
Ed entrambi freddati, in tesi accusatoria, dai colpi di un’arma da fuoco. Il processo è stato celebrato davanti al giudice monocratico del tribunale di Udine, Paolo Lauteri, con rito abbreviato. Il pm Maria Caterina Pace aveva chiesto 8 mesi di reclusione. Nell’aprile 2016 era stato il gip Daniele Faleschini Barnaba a dare una svolta al procedimento, respingendo l’istanza di archiviazione avanzata dalla Procura e disponendo l’imputazione coatta di Bodigoi, alla luce dell’esito delle analisi condotte dal Centro di referenza nazionale per la Medicina forense veterinaria, che aveva ricondotto a Marley il materiale biologico trovato nel suv dell’indagato.

Di verso completamente opposto la ricostruzione della difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Viezzi, che ha insistito per l’assoluzione piena del proprio assistito. «Sono molto curioso di leggere le motivazioni della sentenza, che impugneremo senz’altro – dice il legale –. Si contestava l’uccisione di due cani con esplosione di altrettanti colpi d’arma da fuoco, ma tutte le prove l’hanno esclusa come causa del decesso.
Era stata la stessa perizia a fare risalire la morte all’avvelenamento da concimi agricoli, verosimilmente un topicida. Modalità che, per l’appunto, provoca emorragie interne». Nè alcuna pregnanza, a dire della difesa, risulta avere il test del Dna. «La compatibilità è stata rilevata in termini di mera possibilità – ricorda Viezzi – e soltanto a un secondo esame, dopo che il primo l’aveva esclusa per la femmina e, vista la parentela tra i due cani, anche per il maschio».

Assistiti dall’avvocato Raffaele Conte e con lui costituitisi parte civile nel procedimento, i padroni di Marley e Nikita avevano sospettato subito di Bodigoi: più volte – avevano riferito ai

carabinieri di Cividale – il vicino aveva manifestato ostilità verso i cani, minacciando di ucciderli se li avesse visti ancora correre in mezzo ai campi. Cacciatore per passione, a seguito della denuncia l’uomo si era visto revocare il porto d’armi.


05 dicembre 2017







FONTE: Messaggero Veneto