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PORTO D'ARMI: CACCIATORI FAVORITI (IDONEITA' DI 5 ANNI PER FUCILI E PISTOLE AD USO SPORTIVO) E SE IL CACCIATORE NEL FRATTEMPO SI AMMALA MENTALMENTE ?



I CACCIATORI SONO FAVORITI RISPETTO AGLI ALTRI CITTADINI


Messaggero Veneto 22 luglio 2012 — pagina 02 sezione: Attualità

VISCO (UD)

Michele Bertoia era in possesso di regolare porto d’armi da caccia, quindi aveva diritto – come prevede la norma – di poter acquistare due armi a canna corta e di detenerle nella sua abitazione o nel tragitto tra quest’ultima e un poligono di tiro. Quando si acquista un’arma, bisogna avere dei “titoli”. Se una persona acquista una pistola per portarla con sè ovunque deve essere in possesso del porto d’armi per la difesa personale. Per quest’ultimo tipo di uso, viene richiesto annualmente un certificato medico di idoneità. Nel caso di Bertoia, invece, trattandosi di un porto d’armi per la caccia e sportivo che consente, come detto, anche la detenzione di una o due pistole, l’idoneità medica viene rilasciata ogni 5 anni. Ed è su quest’ultimo aspetto che negli ultimi tempi si sta concentrando l’attenzione degli inquirenti alle prese con episodi drammatici come quello di Visco. Ecco perchè. Poniamo il caso che uno dei possessori di porto d’armi quinquennale si ammali da un punto di vista psichiatrico. Bene, l’individuo in questione – posto che il suo “disagio” esistenziale si protragga per anni, continuerà a detenere regolarmente le sue armi in casa, ma potrebbe ovviamente usare anche per scopi criminali. E allora la domanda sorge spontanea. Quante sono le persone che hanno armi in casa e che soffrono di disturbi psichici senza che nessuno possa fare nulla? Come accennato,. il porto d’armi a uso personale e la visita medica annuale pone abbastanza al riparo da sorprese quest’ultimo tipo di persone. Una soluzione potrebbe essere quella che i medici di base potessero verificare se i pazienti che soffro di disturbi psichici siano anche in possesso del porto d’armi. Certamente, la soluzione non è facile perchè i medici di base potrebbero obiettare che questo non è un compito che compete loro. Rimane il fatto che una soluzione andrebbe presa e anche in tempi brevi. Sempre a tale proposito, gli inquirenti ricordano che sono moltissime le persone affette, ad esempio, dall’Alzheimer che hanno in casa fucili e pistole. Insomma, licenze assolutamente da rivedere. (d.pe.)

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SI SPERA QUINDI IN BREVE NELLA RIDUZIONE DELLE LICENZE DI CACCIA
.... A PARTE CHE, SE UNO VUOLE CACCIARE, OVVIAMENTE NON PUO' ESSERE SANO DI MENTE!!!

LETTERA DI
Mario Bertossi Udine
su Messaggero Veneto, 5.8.2012
Rispondo per chiarimenti, in considerazione che la scarsa conoscenza della materia produce confusione e “facili” conclusioni. Sono uno dei direttori di tiro della locale sezione Tsn (tiro a segno nazionale) di Udine e letto l’articolo mi preme sottolineare sul porto d’armi: 1) la licenza di tiro a volo utilizzata nella maggioranza dei casi per la pratica di tiro a volo e altra attività agonistica dura 6 anni non cinque, dal rilascio; 2) la stessa legittima il possessore all’acquisto di 3 armi comuni e 6 sportive e un numero di munizioni per pistola non superiore a 200 colpi; 3) per ottenere tale autorizzazione è necessario frequentare un corso teorico e pratico, nelle sezioni Tsn italiane, superato l’esame il sogggetto intraprende le pratiche per ottenere l’autorizzazione che è rilasciata dalla Questura; 4) tra la documentazione richiesta figura: certificato anamnestico, rilasciato dal medico di base, e l’altro certificato medico di abilitazione rilasciato da un ufficiale sanitario; insussistenza di pendenze penali convalidato dai Cc; 5) esiste anche la possibilità che la Questura faccia controlli sui certificati medici durante il periodo di validità dalla licenza; 5) esistono disposizioni che in presenza di particolari patologie: diabete, alcolismo, droga eccetera non sia rilasciato affatto il porto. Nel fatto di Visco non c’entra né droga, né diabete, né altro... Non si tratta comunque di rivedere niente che la legge non vi abbia abbondantemente provveduto. Eppoi: incidenti stradali, droga, alcolismo e altro producono più decessi dell’utilizzo di armi. Comunque signor giornalista le leggi sono e anche ben fatte, non servono altri suggerimenti.