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Al "Sentiero di Ares" Michela Cossetto salva gli agnelli di Pasqua e tanti altri animali

Marzo 2017

Misha, la donna che salva gli agnelli dalle macellazioni di Pasqua
L’animalista Michela “Masha” Cossetto li sta acquistando in tutto il Friuli. Due li tiene nella sua proprietà, altri li ha affidati. Molti la aiutano economicamente.

SAN GIORGIO DI NOGARO. «Salviamo gli agnellini dalle macellazioni pasquali. Più quote raggiungiamo, meno finiranno in pentola». È l’appello lanciato da Michela “Misha” Cossetto, animalista convinta, che lo scorso anno ha dato vita nella Bassa friulana all’associazione il “Sentiero di Ares”, un luogo “in famiglia” in cui accoglie cani terminali per dargli una morte dignitosa.
“Masha”, in attesa del secondo figlio, e il compagno Luca Miniussi, entrambi monfalconesi, vivono da diciotto mesi assieme alla figlia di pochi anni, vivono da circa diciotto mesi, assieme a una figlia di pochi anni, in una fattoria piena di animali in aperta campagna al confine tra Carlino e San Giorgio di Nogaro e insieme ad altri volontari si battono a difesa degli animali, tutti in genere, nutrie comprese.
Michela, ora sta portando avanti la sua battaglia nel tentativo di salvare quanti più agnelli, soprattutto maschi, dalle macellazioni in programma per i pranzi pasquali, andando negli allevamenti di tutto il Friuli e anche oltre, ad acquistarli grazie alle donazioni di tante persone. Gli agnellini hanno un prezzo di mercato di circa 5 euro al chilogrammo, per cui il loro costo è legato al peso.
«Trovarsi davanti a questi agnelli destinati al macello è un’esperienza orrenda – dice – . Se qualcuno volesse prendersi una pecora, prima che io me le porti tutte a casa, mi contatti. Ci sono maschi, femmine e agnelli di ogni età». A oggi sono una decina quelli salvati e dati in adozione, eccetto “Lana” e “Lupo”, due esemplari che vivono nella sua fattoria. Gli altri sono stati accolti (qualcuno da una fattoria didattica) un po’ in tutta la provincia.
“Masha” racconta che, quando è andata a prendere il primo agnellino, non sapeva quale scegliere tra tanti, allora ha detto alla figlia Kimey «scegli tu». «E siamo tornati a casa non con un agnello, ma con una specie di ippopotamo, “Lana”. Ma va bene così – dice – . “Lana” ha scelto come mamma adottiva “Noah” uno dei nostri cani. Abbiamo dovuto raddoppiare con “Lupo” perchè “Noah” non può continuare a vita a fare mamma pecora, per cui essendo un animale da gregge ora “Lana” ha compagnia. Straordinario il rapporto degli agnelli con mia figlia, scelta come compagna di giochi e di cui sono letteralmente innamorati».
«Dove deve vivere? Ha bisogno di una stalla o può stare anche fuori con un riparo? Basta un recinto? Ha bisogno di un cane per la compagnia?”. Sono le domande più frequenti della gente che non esperienza nella cura di questi animali, ma che disperatamente vuole salvarle da una fine certa.
Michela mette in guardia anche dai facili entusiasmi di tante persone generose perché per adottare un agnello si deve pensare prima di tutto che «questo crescerà e diventerà una pecora, ma anche che bisogna avere i requisiti legati alle norme dell’Azienda sanitaria per gli animali da reddito legate al benessere stesso degli animali».

«Salviamoli»: tanti rispondono all'appello lanciato da Michela
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SAN GIORGIO DI NOGARO. L’appello lanciato ieri dall’animalista Michela Cossetto dalle pagine del Messaggero Veneto ha consentito di salvare altri cinque agnelli dalla macellazione pasquale. Due di questi sono andati in una fattoria del Veneto.
Felicissima Michela non solo per i risultati immediati avuti con l’appello lanciato dalle pagine del nostro giornale e gli attestati di solidarietà e stima giunti da ogni dove («sei mitica e meravigliosa», «onorata di conoscerti», e anche «Masha degli agnelli», «sei un’anima bella», «sei fantastica», per citarne alcuni), ma soprattutto per le numerose persone che la stanno contattando anche da fuori regione per aderire alla sua battaglia anche “solo” attraverso l’erogazione di un contributo. Grazie a queste risorse si potranno salvare altri agnelli dalla pentola di Pasqua, andando ad acquistarli negli allevamenti di tutto il Friuli e non solo (circa 5 euro al chilogrammo è il loro prezzo di mercato). Tutti gli animali sono contrassegnati da un chip che ne certifica la provenienza e i controlli Asl.
«Due bambini che giocano. Due innocenti. Due anime pure. Solo che uno lo proteggete, l’altro lo mangiate»: è il testo di un cliccatissimo post che Michela ha messo sul suo profilo facebook a commento di una foto di sua figlia con l’agnellino “Lana” (che con “Lupo” e un altro in arrivo fanno parte del suo personale gregge). Un post che vuole ancora di più sensibilizzare le persone.
«Grazie, veramente grazie al Messaggero Veneto – dice – che ci ha permesso di salvarne altri cinque dalle tavole pasquali e non saranno i soli. L’appello resta valido e chiunque voglia avere informazioni ci contatti: saremo ben felici di spiegare loro quali norme si devono seguire per adottarne uno (scaricabili anche dal sito dell’Azienda sanitaria) o anche su come tagliare la lana. Oppure su come trasportarli in quanto ci vogliono mezzi appositi che costa affittare. Tutte cose che noi, grazie ai volontari, riusciamo a fare con poco. Salvare un agnello è una cosa bellissima che dà tanta gioia anche perché sono animali miti e affettuosi». E quando lo dice le brillano gli occhi.
Michela (“Misha” o “Masha” come qualcuno la sta chiamando) si schermisce davanti ai tanti complimenti che sta ricevendo, ma non dimentica neppure per un attimo l’altra sua battaglia come fondatrice dell’associazione “Il sentiero di Ares” per salvare i cani malati terminali e chiedere di adottare i cani anziani. Della fattoria fanno parte anche gatti, un cavallo, un pony e una famiglia di nutrie con il “capo-famiglia” Palmiro padrone assoluto.

La fattoria degli animali sta crescendo bisognerà trovare nuovi spazi per tutti

L’arrivo degli agnelli nella fattoria di Michela Cossetto e di Luca Miniussi, ubicata in aperta campagna al confine tra Carlino e San Giorgio di Nogaro, ha come immediata conseguenza una ulteriore ricerca di spazi. I proprietari del luogo stanno infatti programmando i lavori per ospitare altri agnelli, cani e altri animali e dare loro spazi ancora più adeguati. Infatti gli agnelli cresceranno e diventeranno pecore “voluminose” che hanno bisogno di potersi muovere senza interferire con gli altri animali della fattoria in cui gran parte vivono liberi o in appositi recinti coperti. I due agnelli “Lana” e “Lupo” sono autonomi, passeggiano e brucano tranquilli, ma è ormai certo che il “gregge” crescerà: l’arrivo previsto degli altri agnelli richiederà più spazi, per cui si sta lavorando per sistemare anche la zona dei cani malati terminali affinchè non vengano disturbati. Come racconta Michela Cossetto questo è possibile grazie anche alle donazioni delle persone o agli sconti che alcune aziende fornitrici effettuano sugli acquisti, permettendo così una ristrutturazione delle aree esistenti e di creare nuovi ricoveri.