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Vietata sin dal 1992, l’uccellagione è ancora praticata in Friuli.

Novembre 2016

Uccellagione, 25 persone finiscono nei guai
Tolmezzo: il Corpo forestale regionale ha sequestrato oltre 700 volatili vivi, centinaia di trappole, reti e anche armi e visori notturni
di Anna Rosso



TOLMEZZO. Vietata sin dal 1992, l’uccellagione è ancora praticata in Friuli. Emerge dai controlli condotti dal Corpo forestale regionale a inizio novembre e anche dal “bilancio” della passata stagione fredda.
In questa prima metà del mese, infatti, in distinte operazioni, sono stati sequestrati (e in buona parte subito liberati) oltre 230 uccelli vivi detenuti illegalmente. Ne sono stati trovati purtroppo anche 120 congelati. Innumerevoli, inoltre, le trappole sequestrate. Nei guai sono finite 7 persone.
Durante l’autunno e l’inverno scorsi, tra 2015 e 2016, invece, 18 individui sono stati colti in flagranza di reato per violazioni che vanno dal furto ai danni del patrimonio indisponibile dello Stato (tale è considerata la fauna selvatica), all’uccisione e maltrattamento di animali, fino alla detenzione illegale di fauna protetta e di armi.
Ma andiamo con ordine, cominciando dalle attività più recenti. In questi ultimi giorni, sotto il coordinamento del Noava (Nucleo operativo per la vigilanza ambientale), i forestali sono intervenuti nella prima periferia di Udine e nella zona di Talmassons e hanno individuato tre uomini che praticavano l’uccellagione (non consentita dalla legge, in base all’articolo 30 della legge 157/92).
Le verifiche, in alcune occasioni effettuate con il supporto di agenti della vigilanza venatoria volontaria, hanno portato al sequestro di 170 uccelli vivi, 120 uccelli congelati, 50 reti da uccellagione, più di 100 trappole a scatto, gabbie-trappola, alcune tagliole, un’arma munita di silenziatore, un visore notturno ed altro materiale detenuto illecitamente.
Al termine di un altro recente intervento a Pocenia sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria due cacciatori che, all’altezza di un appostamento fisso per la caccia alla selvaggina migratoria, utilizzavano un richiamo acustico vietato che è stato sequestrato insieme con due fucili da caccia.
Due ulteriori interventi sono stati portati a termine a Socchieve e a Tolmezzo, hanno sorpreso altre due persone che esercitavano l’uccellagione.
Sono state sequestrate una cinquantina di panie (bacchette di legno cosparsa di vischio o di un’altra sostanza adesiva, appunto per catturare piccoli uccelli), un impianto di cattura costituito da tre reti, nonché trappola a scatto e 68 volatili (40 lucherini, 3 crocieri, 7 ciuffolotti, 5 verdoni, 2 frosoni, 2 peppole, 4 fringuelli e 5 cardellini) privi di anello e di documentazione tale da legittimare la detenzione. Tutti gli uccelli rinvenuti, ritenuti idonei al volo, sono stati immediatamente liberati.
Secondo i dati del Noava, durante la scorsa stagione fredda il personale ha individuato sul territorio regionale 11 siti in cui veniva esercitata l’uccellagione.
In totale, come si diceva, sono state denunciate 18 persone. E sono stati sequestrati: circa 500 uccelli vivi detenuti illegalmente (di cui 200 liberati subito), più di cento reti da uccellagione, circa 600 panie invischiate, 10 trappole a scatto, 20 richiami acustici elettromagnetici, farmaci proibiti e una spiumatrice.
Da quest’attività illecita si possono ricavare ingenti profitti, visto che gli uccelli da richiamo sono molto richiesti per la caccia o per la riproduzione negli allevamenti. In altri casi, invece, le bestiole finiscono a qualche ristoratore.
Sono determinanti per queste operazioni antibracconaggio non solo le capacità degli investigatori e i lunghi servizi di appostamento e sopralluogo: è importantissima, infatti, anche la collaborazione di persone sensibili alla tutela della fauna selvatica e alla salvaguardia dell’ambiente naturale.
Persone che non hanno esitato a segnalare la presenza di reti o il rumore di spari sospetti. A tal proposito, il Corpo forestale regionale invita

chiunque s’imbatta in reti per uccellagione, tagliole o altri artifizi per la cattura di fauna selvatica ad allontanarsi senza correre rischi e contattare con tempestività il Noava (0432 660092, noava.cfr@regione.fvg.it) o la Stazione forestale più vicina.

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