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Registrati e microchippati 9.500 cani nel Comune di Udine. Un cittadino udinese su dieci possiede un cane

Gennaio 2017
Un udinese su dieci possiede un cane. Nel capoluogo friulano gli amici a quattro zampe registrati all’anagrafe canina sono circa 9.500, in linea con le altre città italiane. Poi ci sono gatti, tartarughe, conigli, canarini e furetti.
Che i friulani, come il resto degli italiani, non rinuncino a prendersi cura di un animale domestico, compagnia che buona parte degli anziani ritiene insostituibile, non è un mistero, tanto che i dati su scala nazionale parlano di 60 milioni di animali d’affezione divenuti a tutti gli effetti componenti della famiglia.

Il rapporto Assalco, l’Associazione nazionale per le imprese per l’alimentazione e la cura cura degli animali da compagnia, e Zoomarket 2016 suddivide la popolazione di questi amici speciali in 29,9 milioni di pesci che nuotano negli acquari delle nostre abitazioni, 12,9 milioni di uccellini e 3,2 milioni tra piccoli mammiferi, roditori e rettili. Ma la parte del leone la fanno, come sempre, cani e gatti che nella penisola raggiungono i 14,4 milioni. I gatti sono un po’ di più, quasi sette milioni e mezzo, mentre i cani si fermano a sette milioni.

Quanto costa un cane
Giochi, coccole e carezze, ma anche costi. Sì perché mantenere un animale significa anche andare incontro a un impegno economico da non sottovalutare. Mediamente si spende 40-50 euro al mese per un cane di taglia medio-piccola, per arrivare a 100-120 euro per uno di taglia grande. Nel 2015, il mercato dei prodotti per l’alimentazione dei cani e gatti in Italia ha sviluppato un giro d’affari di 1.914 milioni di euro per un totale di 551.200 tonnellate commercializzate, con un incremento del fatturato del 4,1 per cento rispetto allo scorso anno.
Oltre al cibo, si aggiungono spese per il veterinario, accessori e vari prodotti. Ma sostenere questi costi, assicura chi ha in casa un animale, vale sicuramente la pena, a fronte del benessere e lo stile di vita sano che gli amici a quattro zampe sono in grado di regalare. Occuparsi di una bestiola che ricambia le attenzioni, come sottolinea il responsabile del canile pubblico e dell’anagrafe canina Stefano Brisinello «fa bene alla salute».
La pet therapy
«È risaputo che gli animali fanno bene alle persone sole, in termini di compagnia, ma anche sul piano relazionale che si instaura con il padrone: sono un valore aggiunto alla famiglia – spiega Brisinello –. Gli animali sono parte attiva della relazione e i fattori benefici sono numerosi. Bisogna solo stare attenti a non assecondare comportamenti patologici: in quel caso – prosegue –, va richiesto l’intervento dell’educatore o del veterinario per risolvere questi difetti di relazione». Anche la Regione definisce e promuove la terapia e l’attività assistita con gli animali, riconoscendone il valore riabilitativo.

Attraverso attività ludico-ricreative e con l’ausilio degli animali, si stimola il paziente a livello motorio e psicologico, permettendogli di assumere il ruolo di protagonista dell’interazione partecipando attivamente al processo riabilitativo e tali attività possono essere praticate nelle strutture sanitarie pubbliche e private, centri di riabilitazione, centri residenziali e semi-residenziali sanitari, case di riposo, centri diurni, scuole di ogni ordine e grado, istituti di detenzione, comunità di recupero, centri privati, fattorie didattiche e sociali o centri gestiti da cooperative sociali.

Se anche cani e gatti non rivestono più il semplice ruolo che un tempo occupavano nelle famiglie e sono oggi membri del nucleo a tutti gli effetti, è importante non scordarsi che si tratta pur sempre di animali e che non vanno "umanizzati" eccessivamente. Inoltre, prima di regalare un cucciolo, suggerisce sempre il veterinario, occorre informarsi e soprattutto sondare la disponibilità delle persone ad accettare l’impegno che ne deriva ad allevarlo. «È il caso degli anziani, ai quali spesso i figli, vedendoli soli, regalano un cane – osserva Brisinello –: non è detto che rappresenti sempre un piacere.

Si tratta di una scelta ponderata e condivisa e magari un cucciolo vivace per un anziano è più difficile da gestire rispetto a un cane adulto, che può avere ritmi più simili a quelli di una persona in età avanzata e ha una personalità già formata. Si affezionerà comunque». Non va dimenticato, infine, che mentre i gatti sono più indipendenti ed emotivi, e quindi tipo di relazione è diversa, il cane ha bisogno di una gerarchia e di riconoscere un leader per essere più gestibile. «Prima di scegliere un cane occorre informarsi: non è solo una questione estetica – conclude Brisinello –, ogni razza ha tendenze ed esigenze ben definite e bisogna esserne consapevoli».
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